Albania
L’ho scoperta circa vent’anni fa e ritrovata lo scorso anno quando ho ripetuto lo stesso percorso tracciato subito dopo la guerra civile del 97. Sfidando raccomandazioni di Ministeri e familiari, pur riconoscendo una base di pericolo, ci insinuammo nel rapporto che intercorre tra paura e incoscienza e decidemmo di farci guidare da un albanese del luogo. D’altronde, chi avrebbe potuto fare di meglio?
Questa volta, invece, alla guida della macchina c’ero io: io sulle mie stesse orme.
Come l’ho trovata dopo tanti anni? Certamente diversa, sicuramente più moderna e caotica nelle principali città, ma l’essenza di questa Nazione, è rimasta immutata e così la sua bellezza che abbiamo attraversato via terra in tutta la sua estensione.
Superando strade di montagna che si aprono a panorami mozzafiato, dove le aquile dispiegano il loro volo potente, ci siamo strette tra i versanti e poi giù, a picco su squarci di mare azzurro inviolato.
L’emozione è stata la stessa di tanti anni fa, un’emozione inaspettata perché soffro di quella sensazione di “già visto” di cui soffrono i viaggiatori. Non mi riferisco ai complessi e oscuri meccanismi cerebrali definiti come Deja vu, con i quali più o meno e chi più chi meno ha a che fare nel corso della propria esistenza. No, parlo di quell’apatica assenza di stupore e meraviglia di chi si trova per la prima volta davanti alla bellezza del mondo e lo osserva con incanto, cui sono stati condannati i viaggiatori. Vibrare per la seconda volta è stato dunque quasi una magia.
Spero di riuscire a trasmettere, almeno un minimo, il mio amore per questa Nazione e mi auguro di motivarvi ad inserirla tra le vostre prossime mete. L’importante è farlo prima dell’ormai imminente, inevitabile, inarrestabile (e meritatamente giusto) boom turistico. L’ideale, per un viaggio in Albania è sicuramente la formula ‘on the road’ di circa due settimane. Se avete meno tempo a disposizione o amate il lento viaggiare scegliete itinerari separati.
Il tour a sud dell’Albania merita moltissimo. Consiglio la traversata sul mare dal porto di Bari fino a Durazzo. Si tratta di circa otto ore di viaggio, contro i 40 minuti dell’aereo, ma quelle otto ore che lentamente, al ritmo dei flussi d’acqua e delle onde, con il sottofondo di musiche balcaniche ti introducono nell’albanesità, sono a mio avviso un’esperienza irrinunciabile.
Durazzo – Saranda
Questo itinerario si snoda da Durazzo sulla strada costiera che scende a sud fino al confine con la Grecia: vi attendono mare pulitissimo e atmosfere arcaiche. Le immancabili soste sono da dedicare a Kavaje, Diviaka, Lushnie, Fier, Apollonia e Valona.
La decisione di quanto sostare in un luogo piuttosto che in un altro dipende dagli interessi personali. Se vi piacciono le cittadine moderne dove pulsa la giovane Albania preferite Lushnie, se siete appassionati di archeologia non mancate Apollonia, se siete amanti della natura Diviaka non vi deluderà. La strada è un alternarsi di mare, roccia e strapiombi. I paesaggi mutano all’improvviso e si alternano fino al punto dove si uniscono le acque dell’Adriatico e dello Ionio, quando in lontananza comincia a distinguersi l’isola greca di Corfù.
Siete arrivati a Saranda, dove vi consiglio di soggiornare per un’esplorazione strategica del sud. Questo è il porto meridionale dell’Albania e località turistica per eccellenza. Da qui è possibile organizzare escursioni verso la Grecia, a Corfù e Parga e godersi Ksamil, un vero sogno ad occhi aperti. A pochi km si trova la sorgente dell’occhio blu, che gli albanesi chiamano Syri i kalter.
Potrete decidere se esplorare i dintorni di Girocastro e Butrintu continuando a soggiornare a Saranda o decidere di esplorarli durante il viaggio di ritorno. La bellezza di Butrintu, che non a caso è stata dichiarata patrimonio dell’UNESCO la rende uno dei tragitti più piacevoli del viaggio in Albania. Girocastro è la città meridionale di maggiore interesse turistico, dove è possibile respirare l’atmosfera del regime di Enver Hoxha. Qui tutte le case somigliano a piccole fortezze.
Tappa irrinunciabile, risalendo verso Durazzo, è Berat, che ha celebrato i 2500 anni di vita sotto il patrocinio dell’Unesco. La città è conosciuta come la città ‘delle mille e una finestra‘.
Per gli approfondimenti vi rimando ai post specifici. Questo di oggi vuole essere un invito al viaggio verso un Paese che ci somiglia più di quanto osiamo immaginare; verso la conoscenza di un popolo che si definisce discendente della stirpe illirica; verso una regione ancora incontaminata, che si trova a poche centinaia di chilometri dalle coste italiane.