La chiamano Kiz Kulesi in turco, Maiden’s Tower in inglese e Torre della fanciulla in italiano, il simbolo di amore e solitudine che incanta chiunque ponga lo sguardo su di essa: custode silente di verità e leggende

Torre della fanciullata è la definizione che preferisco; sto parlando della torre che per secoli ha protetto il Bosforo e illuminato la via a migliaia di navigatori. Si trova a 200 metri a sud della punta di Üsküdar, su un’isola piccolissima proprio a cavallo tra i due continenti. E’ una delle attrazioni più suggestive. La osservi da lontano e sembra davvero sprigionare un campo magnetico che con forza ti attira a sé.

Alcune leggende hanno contribuito ad avvolgere in un alone di mistero questo luogo.

La leggenda turca

racconta di un Sultano cui fu pronosticata la morte della figlia per via di un morso di serpente. Preso dalla disperazione il Sultano distolse lo sguardo dall’oracolo, verso il mare, i suoi occhi si posarono sulla solitaria torre quella che, subito decise, avrebbe protetto la figlia dalla funesta profezia.
Controllata a vista giorno e notte la fanciulla viveva serena diventando ogni anno più bella.
Il giorno del diciottesimo anno, tra le tante meraviglie scelte in dono, il Sultano portò alla principessa anche un bel cesto di frutta. La principessa fece per assaggiare un chicco del grappolo d’uva che dominava su tutti gli altri frutti del cesto e un’aspide, che era stata nascosta nel cesto, le morse la mano.
In quell’infausto momento la profezia si avverò e la fanciulla morì tra le braccia di suo padre, che nominò la torre in suo onore.

La leggenda greca (mito di Ovidio)

racconta di una solitaria torre dove si rifugiava la bellissima Ero, sacerdotessa di Afrodite, per evitare l’Amore. Durante la festa in onore di Adone e Afrodite il suo sguardo incrociò quello di Leandro e fu amore a prima vista. Al calar della sera, Leandro le si avvicinò chiedendole amore. “Straniero” gli rispose Ero “noi non possiamo accostarci apertamente a sante nozze, perché questo non piace ai genitori miei. Nulla di buono è possibile per noi“. Ma Leandro le rispose: “O fanciulla, per amor tuo varcherò anche il mare furioso, quand’anche ribollisse come per un gran fuoco e l’onda non fosse navigabile. Ogni notte io, rugiadoso consorte, venendo a te attraverserò a nuoto l’Ellesponto. Ti prego solo di accendere una lampada sull’eccelsa tua torre, affinché faccia da stella al mio solitario cammino“.
Così i due amanti trasformarono la torre in rifugio di amore. Ogni notte, Ero accendeva un lume in modo che Leandro nuotasse verso di lei. Una notte, furono colti dalla tempesta, i venti spensero il lume di Ero e Leandro annegò in mare.  Quando all’alba Ero scoprì il corpo del suo amore esanime, si gettò in acqua per raggiungerlo nell’eternità.

Si narra altresì che il nome della torre fosse, oltre quello di Leandro, quello di Damalis. Damalis era il nome della moglie del re di Atene, Kharis. Quando Damalis morì, fu seppellita sulla riva, e il nome Damalis fu dato alla Torre.

La leggenda di Battalgazi

racconta invece di un uomo chiamato Battalgazi che si innamorò della figlia del Tekfuro, un governatore cristiano, il quale pur di non concedergliela in sposa la rinchiuse nella torre. Battalgazi decise allora di attaccare la torre per rapire la fanciulla. Esiste un’espressione tipica che viene utilizzata e recita colui che prende il cavallo ottenuto da Üsküdar”, che proviene proprio da questa leggenda.

Un po’ di storia vera

la storia racconta che la torre fu costruita nel 408 aC dal generale ateniese Alcibiade per controllare il traffico delle navi persiane nello stretto del Bosforo. Fu poi ricostruita come una fortezza per l’imperatore bizantino Alessio Comneno nel 1110 dC. La torre, alta 30 metri, fu ricostruita così come la vediamo oggi nel 1763 ed è diventata, negli anni, uno dei simboli più romantici di Istanbul.

Le ultime ristrutturazioni sono terminate nel 1998 ed è stata riaperta definitivamente al pubblico nel 2000. Quella che per secoli fu un faro, ospita oggi un ristorante al piano terra e un caffè in alto con vista sul Bosforo, e Sultanahmet. Per raggiungere la torre è indispensabile la barca.

Tanti poeti hanno tratto ispirazione dalla Torre e tanti pittori l’hanno dipinta, così come innumerevoli fotografi l’hanno ritratta a tutte le ore del giorno e della notte. Questa torre è per tutti un simbolo di amore e solitudine che nel Bosforo continuerà ad incantare chiunque ponga lo sguardo su di essa, la custode silente di verità e leggende.

Curiosità

  • La torre è stata utilizzata anche nel cinema popolare e nella televisione;
  • le scene del film di James Bond, “Il mondo non basta”, sono state girate lì;
  • durante l’epidemia di colera del 1830, la torre venne usata per malati in quarantena, per evitare che l’epidemia si diffondesse nella città;
  • dopo la conquista di Istanbul da parte dei turchi ottomani, la torre fu abbattuta e al suo posto ne fu costruita una in legno. La torre di legno fu distrutta da un incendio nel 1719. La ricostruzione fedele della torre in pietra avvenne poi per mano dell’architetto Nevşehirli Damat İbrahim Paşa;
  • le controversie sulle leggende sono nate poiché si è scoperto che probabilmente il mito di Ero e Leandro per Ovidio si svolgeva tra le sponde del Dardanelli, ma la torre ha mantenuto comunque il suo doppio nome.